domenica 6 settembre 2009

La malinconia dei giorni.

Vorrei eppure non voglio.
Sarei eppure non sono.
Crederei ma infondo non credo.

Abile vento,stolto ed ingiusto,
scova tra le foglie,
i ricordi di un caldo passato,
trapelato ad un presente grigio.

Sogni,illusioni,incanti
e magie.

Ricordo soltanto adesso,
attentamente,
che quel posto era chiamato
“il paesello”
Che quel posto,
era adorato,ammirato,
curato.

Ricordo soltanto che quel posto,
sostava
dentro ognuno di noi.

Ma adesso so,
che troppa gente lo ha
abbandonato,
che troppa gente ci ha giocato
e poi ha dimenticato.

Che troppa gente,
non ricorda più
cosa può rendere un uomo
veramente felice.

Non è un formula,
ne un intruglio.

Solo una astratta parola,
chiamata,
fantasia.


Il cappellaio vuole indetro il suo mondo.

3 commenti:

  1. A volte mi ritrovo a pensare, forse inutilmente, che se avessi avuto un pc a sedici anni(c'erano già, ma non credo da noi)e se mi fossi imbattuta nel mondo dei blog, avrei risolto alcuni miei problemi.
    E invece...
    Nostalgia del paesello?
    Io ci vivo, e sogno tutte le notti di evadere.
    Mi sa che sei più saggia di me, Folle sulle punte. ;-)

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  2. Bellissime queste parole, adoro i tuoi scritti, davvero...la fantasia, forma di felicità estrema della vita..bacio

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  3. La fantasia è ciò che trasforma la vita in realtà...senza fantasia c'è solo pessimismo e cinismo...

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"Il coccodrilletto nel fiume un di' discese e a nuotar sorprese di pesci un bel gruppetto. E tutto... e tutto... e tutto arcigiulivo gli artigli suoi arrotò, dischiuse poi le fauci e i pesci si mangiò!!"